Punti di interesse
La Valle Tesso si sviluppa su una superficie di circa 45 kmq, dalla cima del monte Vaccarezza (2203 m s.l.m.) a Lanzo Torinese (500 m s.l.m.). Il territorio comprende i comuni Coassolo Torinese (situato sul versante orientale) e Monastero di Lanzo (situato sul versante occidentale).
Coassolo Torinese
Altri luoghi da visitare
- Cappella S. Bernardo: località Letisetto.
- Cappella dell’Immacolata: località Vietti.
- Cappella S. Grato: località S.Grato.
- Cappella S. Anna: località Togliatti.
- Cappella S. Giacomo: località Bogno.
- Cappella S. Rocco: località Castiglione.
- Cappella S. Giovanni: località Castagno.
- Alpeggio la Cialma.
- Ponte Leitisetto – Ponte Casassa – Ponte Francone – Ponte Turcin.
- Mulin d’Turcin – Mulino Machetta – Mulino d’Barot – Mulino dij Masi.
Monastero di lanzo
Altri luoghi da visitare
- Rifugio Salvin
- Ponte di Monastero: risale al 1600; realizzato interamente in pietra, è ad una sola arcata a sesto acuto.
- Ponte di Cusart: costruzione in pietra sul torrente Marsaglia.
- Ponte del Runcgelà: realizzato in pietra, con arco a tutto sesto; collega Stabio a Monastero.
- Mulino d’Barot (‘Domun e An’anvall)
Percorsi naturalistici
Località di partenza: Vietti (800 m circa – Coassolo).
Tempo di salita: un’ora e quarantacinque minuti.
Segnavia: bolli bianco rossi e segnavia in legno.
Difficoltà: E.
Il Pilone delle Frasche o del Merlo si tratta di uno stupendo punto panoramico: l’orizzonte spazia sulle Alpi dal Monviso alle Levanne, sulla pianura del Po, sul Monferrato fino all’Appennino.
Secondo la memoria degli anziani il pilone sarebbe stato costruito dalla famiglia Savant nel secolo XIX. Era molto frequentato da comitive di escursionisti cittadini e villeggianti fino agli anni 50 che, arrivati a Lanzo con il treno, giungevano sino al Pilone con sentieri che attraversavano Oviglia di Lanzo e San Pietro di Coassolo. Ovviamente anche il Pian di Rossa è un notevole punto panoramico.
Volendo, dal Pian di Rossa, si può proseguire su sentiero poco visibile (sconsigliabile in caso di nebbia), per cresta, in direzione Nord – Ovest, verso Rocca Rubat (1442 m), Bric Castello (1473 m) e Punta Prarosso (1497 m)
Accesso automobilistico: Vietti si raggiunge superando Coassolo S. Nicolao e passando da Castiglione e Case Piat oppure superando Coassolo S. Pietro e giunti al soprastante bivio si va a sinistra (indicazioni – A destra si va invece verso Corio). La strada procede in piano superando Case Ferrando ed ignorando poco dopo la deviazione per la frazione S. Grato. Un breve tratto in salita porta alla chiesetta di Vietti dove nei pressi si può parcheggiare. Se si arriva da S. Pietro poco prima di Vietti si nota la bacheca che evidenzia l’imbocco del nostro sentiero, visto però l’esiguo spazio per parcheggiare è meglio raggiungere le vicine case di Vietti.
Salita: scendere lungo la carrozzabile (direzione S. Pietro) ed in breve si raggiunge la bacheca che segnala l’inizio del sentiero, a monte della carrozzabile. Imboccarlo e, in salita nel bosco, si oltrepassano in breve le abitazioni di Olla Inferiore e Superiore che si lasciano sulla destra. Subito dopo le case di Olla Superiore il sentiero sbuca su una stradina che va seguita in salita per arrivare dopo poche decine di metri ad un bivio. Dal bivio proseguire diritto su una strada sterrata (indicazioni), ignorando la deviazione verso destra. Dopo un’altro breve tratto di salita, al primo bivio (cartelli indicatori) voltare a destra. Ora si procede in piano, attraversando un bosco di faggi secolari ed ignorando delle poco evidenti deviazioni che salgono a sinistra. Si continua sullo sterrato, fino ad arrivare ad un nuovo bivio. Voltando a sinistra (indicazioni) si lascia la stradina e si sale in un bosco di betulle e faggi, si supera una vecchia costruzione in pietra e dopo un ultimo tratto di salita si raggiunge il Pilone del Merlo (1046 m – Un’ora e quindici minuti).Dal piccolo pianoro sotto alle betulle, vicino al Pilone, il sentiero sale in direzione Nord -Ovest per un bosco di sorbi, betulle e maggiociondoli. Superata una piccola pietraia (il percorso in primavera è ricco di ciclamini) si continua seguendo i numerosi ometti di pietra, fino ad un’altra pietraia, alla cui sommità è posizionata una evidente tabella di orientamento (1250 m circa). Il sentiero prosegue verso l’alto, fino ad arrivare al Pian di Rossa (1308 m – Circa trenta minuti dal Pilone del Merlo), notevole punto panoramico.
Il ritorno si effettua seguendo a ritroso l’itinerario di salita.
In alternativa alla discesa lungo il percorso di salita al bivio dove, in salita, si è lasciata la sterrata, voltare a sinistra (indicazioni) e scendere fino alla chiesa di San Grato (il percorso non è segnato ma facilmente intuibile). Da li si va a destra, in discesa, (indicazione) andando ad immettersi sulla carrozzabile che sale a Vietti da S. Pietro. Si oltrepassa rapidamente la bacheca che segnala l’inizio del sentiero e si arriva rapidamente a Vietti. Da S. Grato a Vietti si cammina su strada asfaltata (la strada è poco trafficata). I tempi di percorrenza sono simili in entrambe le opzioni di discesa.
UN’ALTRA PROPOSTA IN BREVE: dal bivio che si trova dopo Colle Olla Superiore, lungo la stradina sterrata, se si va a sinistra e si segue integralmente la lunga sterrata si può arrivare a Saccona. Nel punto culminante del tratto in salita ignorare una deviazione che sale a destra (sale verso Prarosso) ed iniziare a scendere, con molte svolte, verso Saccona (886 m). Da li la strada diviene asfaltata, si oltrepassano le case di Saccona e, ignorando alcune deviazioni che salgono a sinistra, si arriva a Vietti. Andando a sinistra si arriva in breve alla chiesetta della frazione ed all’auto. Per questo giro completo calcolare circa due ore (difficoltà T). Anche se è asfaltato il tratto Saccona – Vietti è poco o nulla trafficato. Questa proposta può essere un’ottima idea per una gita con la mountain – bike.
Località di partenza: Saccona (886 m – Coassolo).
Tempo di salita: un’ora e mezzo circa.
Segnavia: bolli bianco rossi e segnavia in legno.
Difficoltà: E.
La salita a Punta Prarosso regala ampi panorami. Anche in inverno, con la neve, la salita si presta ad essere percorsa con le racchette da neve.
Accesso automobilistico: Saccona si raggiunge superando Coassolo S. Nicolao e passando da Castiglione, Case Piat e Vietti oppure, superando Coassolo S. Pietro e giunti al soprastante bivio si va a sinistra (indicazioni – A destra si va invece verso Corio). La strada procede in piano superando Case Ferrando ed ignorando poco dopo la deviazione per la frazione S. Grato. Un breve tratto in salita porta alla chiesetta di Vietti. Nel centro di Vietti si trova la deviazione, a monte della carrozzabile, che conduce a Saccona (indicazioni). Ignorate delle deviazioni secondarie si arriva a Saccona, dove si può lasciare l’auto nei pressi della piccola chiesetta.
Salita: si attraversa l’abitato e si continua sulla strada che diviene sterrata. Si sale con molte svolte ignorando alcune deviazioni secondarie fino a che, dopo un edificio in cemento dell’acquedotto ed una deviazione sulla destra, la strada cambia decisamente senso di marcia e diviene quasi pianeggiante. Dopo un certo tratto si arriva ad un bivio e, abbandonando la strada fin qui percorsa (che prosegue e scende a S. Grato, altra frazione di Coassolo), si sale a sinistra. Si affrontano alcune svolte oltrepassando dei casolari ed un piccolo alpeggio, fino ad arrivare al termine della strada. Pochi metri prima di arrivare dove termina la carrozzabile si sale a monte della strada stessa, imboccando un evidente sentiero. Oltrepassato un boschetto si sale lungo un costone, lasciando a destra un piccolo alpeggio. Con un ultimo tratto più ripido si arriva a Punta Prarosso (1497 m – Un’ora e mezzo circa), caratterizzata da un cumulo di rocce.
Il ritorno avviene per la via di salita.
UN’ALTRA PROPOSTA IN BREVE: da Saccona, anziché utilizzare la sterrata, si può anche salire su sentiero. Si sale alle spalle della piccola chiesetta e si oltrepassano le Case Meini (985 m) per proseguire poi nel bosco, dopo aver rapidamente superato un prato. Si superano i ruderi di alcuni casolari e dopo un altro tratto di salita si sbuca ad una sterrata (quella che sale da Saccona e scende alla volta di S. Grato). Andando a sinistra si arriva subito ad un bivio, dove si deve salire verso destra per poi proseguire alla volta di Prarosso (dal bivio, proseguendo diritto, si scende invece a Saccona).
Località di partenza: Letisetto (975 m – Coassolo).
Tempo di salita: circa un’ora e trenta minuti.
Segnavia: bolli segnavia.
Difficoltà: T.
La Cialma è un evidente ed arrotondato rilievo che costituisce la parte terminale della cresta che, scendendo dalla Vaccarezza, divide il bacino del Tessuolo da quello del Tesso. Il panorama è molto interessante sulle Valli di Lanzo, sulla pianura e sulla porzione di arco alpino posto a sud delle Valli di Lanzo. La salita, fino alla Cialma, è interamente su strada sterrata (poco frequentata perché il traffico non è aperto a tutti). In inverno la salita alla Cialma è adatta per effettuare gite con le racchette da neve oppure con gli sci da fondo escursionismo.
Accesso automobilistico: da Coassolo S. Nicolao si supera la parrocchiale ed uno stretto passaggio ad arco. Ignorate alcune deviazioni secondarie si prosegue verso Frui, Canton Betta e, infine, Letisetto. Appena prima della case della frazione si lascia l’auto. L’ultimo tratto è su strada sterrata (in inverno la strada potrebbe essere impercorribile a causa della neve, in questo caso bisogna lasciare l’auto poco dopo Canton Betta).
Salita: dove si lascia l’auto, poco prima di Letisetto, si imbocca una deviazione sulla sinistra e si inizia a seguire la strada principale, ignorando le numerose deviazioni secondarie. Si oltrepassano diversi casolari e, dopo un ultimo tornante, una breve salitella conduce all’ampio piazzale dove sorge l’Alpe della Cialma (1508 m – Circa un’ora e trenta minuti). Salendo alle spalle dell’edificio si raggiunge con pochi passi la cresta, panoramicissima. Andando a sinistra, con percorso facilissimo, si scende di pochi passi per poi risalire rapidamente alla vetta vera e proprio della Cialma (1511 m).
Il ritorno avviene per la via di salita.
Località di partenza: Banche (910 m – Coassolo).
Tempo di salita: quaranta minuti circa.
Segnavia: nessuno.
Difficoltà: T.
Breve passeggiata, adatta a tutti, tra i boschi che sovrastano il piccolo abitato di Banche, frazione di Coassolo. L’escursione offre ampi scorci sulla pianura e sulla Valle del Tesso e permette di vedere alcuni caratteristici insediamenti di media montagna, tipici della valle, muti testimoni di un’epoca non lontana, quando ogni angolo di queste montagne era sfruttato e popolato.
Accesso automobilistico: da Coassolo S. Nicolao si supera la parrocchiale ed uno stretto passaggio ad arco. Ignorate alcune deviazioni secondarie si prosegue verso Frui e Canton Betta. Appena prima di queste case si piega a sinistra, verso Banche (indicazioni). Si segue la strada passando a valle delle case di Banche, fino a dove si trova un cartello con il segnale di divieto, li si lascia l’auto dove è possibile.
Salita: seguire la strada inizialmente asfaltata ma che diviene subito sterrata. Al primo tornante ci si mantiene sul tracciato principale, ignorando la deviazione che procede diritto. Si passa poco a valle di alcune costruzioni e subito dopo si passa a monte di un altro nucleo di abitazioni, mentre si aprono scorci sulla pianura. Si affronta un nuovo tornante e, ignorata una stradina che si allontana a sinistra, si prosegue a salire sul tracciato principale (se si segue la stradina che si allontana a sinistra si entra nel Vallone del Tesso e si raggiungono le Fuere, dove ci si ricongiunge con la strada che arriva da Castagno. Vedi itinerario n° 5. Si tratta si un percorso molto interessante per le mountain bike poiché da la possibilità di compiere un anello). Superate altre costruzioni si affronta un nuovo tornante e si giunge infine ai casolari del Pian del Coppo (1100 m – Quaranta minuti circa). Dal Pian del Coppo, seguendo una ripida stradina per alcune centinaia di metri, si arriva ad un altro nucleo di vecchi alpeggi ormai in rovina.
Dal tornante che precede l’arrivo al Pian del Coppo parte una sterrata evidenziata da un piccolo cartello “STRADA PRIVATA”. Seguendola per pochi minuti si superano due piccoli nuclei di casolari ormai diroccati e si arriva, superando un costone, ad un punto altamente panoramico sul Vallone del Tessuolo. In basso si vede la borgata di Letisetto, poi le innumerevoli costruzioni degli alpeggi che costellano i fianchi della piccola valle e, in alto, la vette dell’Angiolino e della Vaccarezza.
Il ritorno avviene per la via di salita.
Località di partenza: Mecca (917 m – Monastero di Lanzo).
Tempo di salita: quarantacinque minuti circa.
Segnavia: cartelli segnavia e bolli bianco rossi.
Difficoltà: E.
L’itinerario si sviluppa in un bel bosco, che offre interessanti scorci sulla Valle del Tesso e sulla pianura. Partendo da Mecca si può salire a Proima, proseguire verso Marsaglia e tornare a Mecca seguendo la lunga carrozzabile. Il sentiero è in buone condizioni ed è ottimamente segnato con vernice e cartelli in legno.
Accesso automobilistico: superato Monastero di Lanzo (804 m), dove c’è il municipio e la parrocchiale, ad un successivo tornante si trova una deviazione dove c’è l’indicazione per il Rifugio Agrituristico Salvin e per la frazione Mecca (in prossimità del tornante si trova la chiesetta di S. Grato). Arrivati in frazione Mecca salire fino all’imbocco della strada (che diviene sterrata) che conduce al Rifugio Salvin e, seguitala per pochi metri, si trovano dei cartelli indicatori sulla sinistra. Dove è possibile si lascia l’auto.
Salita: si risale una breve e rustica scalinata per poi piegare a destra, inoltrandosi in un faggeta. Si supera una costruzione in cemento e dopo un buon tratto di salita nel bosco si raggiungono i ruderi dell’alpeggio “Cian Meca d’Sut”. La salita prosegue per poi affrontare un breve tratto pianeggiante (direzione Nord – Ovest); si piega quasi subito a sinistra e dopo un ultimo tratto di salita si raggiunge la carrareccia che arriva da Sistina. Raggiunta la carrareccia Sistina – Proima svoltare a destra e con marcia pianeggiante, restando sul tracciato principale, si giunge fino alle case di Proima (1300 m circa – Quarantacinque minuti circa da Mecca).
Per il ritorno ripercorrere a ritroso il percorso dell’andata.
ALTRE PROPOSTE IN BREVE: al Santuario di Marsaglia si può salire in auto, continuando sulla strada sterrata che sale oltre Mecca (indicazioni). Recentemente, subito dopo la frazione Mecca, è stata posta una sbarra che viene chiusa da novembre ad aprile. In quel periodo si può salire a piedi seguendo integralmente la strada anche se l’itinerario che passa da Proima è sicuramente più interessante (considerare circa un’ora e mezzo di marcia – Difficoltà T). Con la neve la strada può essere percorsa, con le dovute cautele, da chi utilizza le racchette da neve e gli sci da fondo escursionismo. Quando non c’è neve è invece una bella gita da effettuarsi in mountain – bike.
Si tenga presente che nei fine settimana estivi, quando la strada è aperta alle auto private, il traffico può essere considerevole.
– Quando si arriva alla carrareccia che porta a Proima, se si va a sinistra, si arriva al bivio del Pilone di Curdunpero (1166 m), dove si raggiunge la strada che sale verso il Lago di Monastero. Seguendo in discesa la strada si arriva rapidamente a Fontana Sistina. Di conseguenza si può salire a Marsaglia partendo da Sistina.
IL SANTUARIO DI MARSAGLIA
Il termine Marsaglia, secondo alcuni storici, deriva dal latino MARCIDUS, ad indicare un terreno acquitrinoso. La frazione di Marsaglia è posta in un ridente pianoro dominato dal Santuario, che è contornato da piccole e caratteristiche case in pietra, tipiche dei borghi alpini. La presenza di un edificio così grande, in un borgo scarsamente abitato anche nei secoli passati, è comprensibile solo se lo si individua quale luogo di culto da tempo immemorabile, al crocevia di sentieri che conducevano agli alpeggi. L’ipotesi è avvalorata dal ritrovamento di manufatti in pietra, incisioni rupestri e cavità scavate nella roccia, segni di antichissimi riti. Il santuario risale al 1771 (eretto per voto di una pastorella guarita dalla Madonna) ma sicuramente preesisteva una cappella, le cui origini sono avvolte nel mistero: è probabile che a sua volta si sia sovrapposta ad un pilone votivo, come nella maggior parte dei santuari delle Valli di Lanzo. Il santuario è edificato in stile barocco ed ha una facciata che ricalca quella delle chiese lariane. All’interno, oltre ad una ricca decorazione pittorica, sono custoditi numerosi ex voto, caratteristici quelli a forma di cuore.
Località di partenza: Marsaglia (1300 m – Monastero di Lanzo).
Tempo di salita: due ore circa.
Segnavia: cartelli segnavia e bolli bianco rossi.
Difficoltà: E.
Bella escursione su antichi sentieri che collegano i due versanti della Valle Tesso e che consentivano, un tempo, agli abitanti delle frazioni “alte” di Coassolo di raggiungere i pascoli posti sulla destra orografica della valle.
Accesso automobilistico: Mecca si raggiunge da Lanzo seguendo le indicazioni per Monastero di Lanzo. Superato Monastero Capoluogo (804 m), dove si trova il municipio, ad un successivo tornante si trova una deviazione dove c’è l’indicazione per il Rifugio Agrituristico Salvin e per la frazione Mecca (in prossimità del tornante si trova la chiesetta di S. Grato). Arrivati in frazione Mecca salire fino all’imbocco della strada (che diviene sterrata) che conduce al Rifugio Salvin e percorrere in auto lo sterrato fino alla piazzola che precede Marsaglia (fontana). Nei pressi lasciare l’auto.
Salita: dalla piazzola lungo la carrozzabile Mecca – Marsaglia – Salvin scendere al santuario e costeggiare l’edificio sacro sulla destra, per imboccare il sentiero. Si prosegue pressoché in piano, si attraversa un rio e tralasciando una deviazione che sale alla località “Brac” si arriva al Pilone di Rounc (1220 m), buon punto panoramico. Il sentiero scende toccando prima le case Tet (1210 m) e quindi le case Tet de Stabio (1190 m), per poi proseguire in piano attraversando la località “Brusa” e giungere così a Caseit (1185 m), grossa frazione ora abbandonata, dove si intravede ancora una roggia per l’irrigazione. Si prosegue verso nord, si attraversa un rio e sempre a mezzacosta si raggiungono le Ca d’Gianota (1180 m). Superato l’ultimo edificio il sentiero scende decisamente e con alcune svolte raggiunge il Torrente Tesso. Lo si guada in località “Pian Faloun” ed ora il sentiero sale lungo il versante opposto, fino a raggiungere una sterrata (cartelli indicatori). Seguirla verso destra, in discesa, e dopo un buon tratto si lascia la strada per scendere alle case Favè. Raggiunta la chiesetta della frazione De Michelis si riprende il sentiero che scende per un centinaio di metri per poi proseguire in piano, seguendo il tracciato della Roja di Bogno, fino ad arrivare al cimitero. Costeggiare il muro del cimitero ed oltrepassarlo per poi imboccare un sentiero pianeggiante. Dopo poche decine di metri, entrati in vista del tetto di una casa, andare a destra per seguire un sentierino e raggiungere in breve una mulattiera. Andare a destra e rapidamente si arriva alla chiesetta della Grata (675 m – Calcolare circa due ore per il percorso completo).
Il ritorno avviene per la via dell’andata oppure ci si attrezza con due auto, da lasciare alle due estremità dell’ itinerario.
Località di partenza: Saccona (886 m – Coassolo).
Tempo di salita: tre ore e quindici minuti circa.
Segnavia: bolli bianco rossi e segnavia in legno.
Difficoltà: E.
Si tratta di un’escursione piacevole e panoramica, che consente di avere un’ampia visuale sulla Valle del Tesso e su tutte le Valli di Lanzo. Dalla vetta dell’Angiolino il panorama si allarga verso buona parte dell’arco alpino occidentale. Salendo si oltrepassano numerosi nuclei di alpeggi.
Accesso automobilistico: vedi itinerario n° 2.
Salita: fino a Punta Prarosso vedi itinerario n° 2. Proseguire lungo l’erbosa cresta che scende dall’Angiolino (direzione nord) andando poi a superare dei salti rocciosi. Oltrepassate le asperità della Rocca Turi e della Rocca Frigerola (entrambe quotate 1718 m) si arriva dove si incontra il sentiero che sale da Case Brancot (frazione di Corio). Continuare a seguire il facile e pianeggiante sentiero che passa pochi metri sotto al filo della cresta (versante Valle Malone – Sulla cresta si nota una grossa croce). Si raggiunge in breve il Pian Frigerola, con il suo grosso gruppo di alpeggi (1791 m – Due ore e quindici minuti).
Dagli alpeggi del Pian Frigerola si va a destra e con marcia pressoché pianeggiante si giunge in breve al rifugio privato Peretti Griva (1820 m), ora in fase di ristrutturazione. Si prosegue aggirando un costone, si supera un alpeggio e si continua fino ad arrivare all’Alpe dell’Angiolino (1808 m). Dall’Alpe dell’Angiolino si sale alle spalle dell’edificio e con alcuni tratti ripidi si giunge all’insellatura del Colle della Croce d’Intror (1950 m – Due ore e quarantacinque minuti), antica via di comunicazione tra Corio e Locana. Del Colle della Croce d’Intror salire verso sinistra e seguendo quasi integralmente la cresta si raggiunge la panoramicissima vetta della Cima dell’Angiolino (2168 m – Tre ore e quindici minuti).
Il ritorno avviene per la via di salita.
ALTRE PROPOSTE IN BREVE: dagli alpeggi del Pian Frigerola se si va a sinistra anziché a destra, verso il Rifugio Peretti Griva, si effettua un lungo mezza costa e si arriva all’Alpe Vaccarezza (1856 m). Da li, se si sale a monte degli alpeggi, si segue un costone e si può raggiungere la vetta della Vaccarezza (2203 m). Dall’Alpe Vaccarezza, se invece si scende lungo il costone, si arriva all’Alpe della Cialma (1508 m). Da li, seguendo una sterrata, si può scendere a Letisetto (975 m), frazione di Coassolo.
– Dall’Alpe dell’Angiolino, se si continua verso ovest, si può raggiungere, in poco meno di un’ora, l’Alpe dell’Uja (2026 m) per poi salire alla Cima dell’Uja (2142 m).
– Dal Colle della Croce d’Intror, se si sale a destra, senza percorso obbligato, in breve si raggiunge il modesto rilievo del Bric Volpat (2038 m).
– Dalla vetta dell’Angiolino, se si prosegue lungo la panoramicissima cresta passando per una leggera insellatura, si arriva in breve alla vicina vetta della Vaccarezza (2203 m).
Località di partenza: Letisetto (975 m – Coassolo).
Tempo di salita: tre ore circa.
Segnavia: bolli segnavia.
Difficoltà: E.
La salita alla Vaccarezza regala un panorama unico, ampissimo, su buona parte dell’arco alpino occidentale. La salita e facile, si sviluppa lungo un’ampia spalla erbosa.
Accesso automobilistico: vedi itinerario n° 3.
Salita: fino alla Cialma vedi itinerario n° 3. Per salire alla Vaccarezza proseguire oltre l’Alpe Cialma seguendo la carrozzabile fino al termine. Seguire poi un sentierino che risale una dorsale, con marcia sostenuta ma regolare. Si superano tre distinti nuclei di alpeggi (Alpe dei Merli, Alpe Vaccarezza Inferiore e Superiore) fino a raggiungere, in circa un’ora e trenta minuti, la panoramicissima cresta spartiacque con la Valle Orco. Da li, piegando a sinistra, in pochi minuti si arriva alla vetta della Vaccarezza (2203 m – Tre ore circa), caratterizzata da un grosso ometto di pietre.
Il ritorno avviene per la via di salita.
UN’ALTRA PROPOSTA IN BREVE: dalla vetta della Vaccarezza, se si prosegue verso ovest (segnavia giallo – rossi / Trekking 3 R) si può scendere al Rifugio Salvin (1550 m) oppure si può proseguire lungo la panoramica cresta spartiacque Valle Tesso – Valle Orco, per raggiungere la zona dell’Alpe di Costapiana (2046 m) – Lago di Monastero (1992 m). Dalla vetta della Vaccarezza andando verso est in pochi minuti si arriva invece alla vetta dell’Angiolino (2168 m).
Località di partenza: Piazzale di Fontana Sistina (1100 m circa – Monastero di Lanzo).
Tempo di salita: tre ore e trenta minuti circa.
Segnavia: cartelli segnavia Trekking 3 R.
Difficoltà: E.
Escursione facile (l’unica difficoltà è la lunghezza), che si sviluppa quasi interamente su strada, prima asfaltata e poi sterrata. La panoramicità è il maggior motivo di interesse, si tratta infatti di un vero e proprio “balcone” panoramico sulle Valli di Lanzo. Sono state segnalate diverse varianti, a seconda della voglia, del tempo disponibile e dell’allenamento. Diverse varianti anche perché si può proseguire oltre Fontana Sistina con l’auto, fino poco dopo la deviazione per S. Giacomo, dove termina l’asfalto e poi più su, fin dopo il Lago di Monastero per chi dispone di un fuoristrada o di un’auto 4X4. In inverno può divenire una bella gita, da effettuarsi con le racchette da neve o con gli sci da sci alpinismo, poiché la strada la strada non viene pulita dalla neve dopo il piazzale di Fontana Sistina, inoltre è stata posta una sbarra appena dopo il bivio per Punta Garnè che dovrebbe essere essere aperta solo nei mesi estivi o comunque quando non c’è neve. In inverno consigliamo di fare molta attenzione dopo l’Alpe Prati della Fontana (1718 m) poiché si vanno a tagliare pendii sottoposti al rischio di valanghe, nel dubbio è meglio fermarsi presso l’alpe, magari raggiungendo la vicina e panoramica cresta spartiacque Tesso – Val Grande. Anche la mountain bike è un “mezzo” utile per percorrere la gita. Il Colle di Perascritta è un antichissimo punto di valico verso la Valle Orco, prova ne sono le molte incisioni poste sulla roccia che si trova presso il colle.
Accesso automobilistico: da Lanzo si sale a Monastero di Lanzo da dove si prosegue alla volta di Chiaves. Appena prima di immettersi sull’ampia e panoramica piazza della borgata svoltare a destra, per imboccare una ripida strada asfaltata (via Sistina). Poco dopo, ad un bivio, si procede diritto ignorando la deviazione sulla sinistra per Cresto – Passo della Croce. Restando sulla strada principale (asfaltata) si raggiunge in breve il piazzale della Fontana Sistina (la fontana è sulla sinistra per chi arriva da Chiaves).
Salita: si prosegue oltre il piazzale, imboccando una carrozzabile asfaltata. Al primo tornante si trova un pilone e due piccole baite (Curdumpero – 1166 m). Al tornante successivo si continua lungo la strada principale. Proseguendo lungo la carrozzabile asfaltata, dopo un buon tratto, si trova una deviazione sulla sinistra (sterrata) e subito dopo una sbarra (è dove la strada viene chiusa in inverno). Continuando lungo la strada asfaltata si trova sulla destra un grosso cancello metallico (indicazioni per S. Giacomo). Se si rimane sulla carrozzabile principale si raggiunge Menulla, però prima la strada diviene sterrata. Menulla (1451 m) è un ampissimo pascolo punteggiato da casolari ed alpeggi; da qui, in circa un’ora si può raggiungere, con marcia pianeggiante, il Rifugio Agrituristico Salvin (1550 m – indicazioni). La carrozzabile principale prosegue fino a raggiungere la cresta spartiacque Tesso – Val Grande, nei pressi di un piazzale in terra battuta (Passo della Forchetta – 1600 m), dove si trova anche un monumento dedicato ai Partigiani. Per il Lago di Monastero si continua lungo la strada che corre pochi metri sotto alla cresta, si oltrepassano degli alpeggi (Alpet, Alpe Roc del Gallo, Alpe Prati della Fontana) e successivamente la strada si sposta sul versante della Val Grande. Seguendo la carrozzabile principale un lungo tratto pianeggiante precede alcuni ripidi tornanti (i tornanti si possono “tagliare” seguendo un sentiero), si arriva così all’Alpe di Monastero (1970 m). Dall’Alpe di Monastero continuare sulla sterrata ed in breve si raggiunge il Lago di Monastero (1992 m). Proseguendo si arriva rapidamente all’Alpe di Coassolo (2032 m). Dall’Alpe di Coassolo continuare lungo il tracciato principale della carrozzabile e, quando si è tornati praticamente a monte del Lago di Monastero, si imbocca una poco evidente deviazione sulla sinistra e si segue il tracciato fino al termine, per poi raggiungere rapidamente, su sentiero, il Colle di Perascritta (2154 m – Tre ore e trenta minuti circa).
Il ritorno avviene per la via di salita.
La montagna offre alla terza età benefici particolarmente importanti. L’ambiente sano e tranquillo ad alta vocazione naturalistica favorisce il rilassamento e il sonno, aiuta le difese immunitarie e allevia i disturbi respiratori come asma e allergie.
L’Hotel Italia – Ristorante Berta è struttura di riferimento nella valle Tesso per i soggiorni estivi senior. La location, vicina e facilmente raggiungibile, è perfetta per un soggiorno in montagna perchè:
- l’ampio e suggestivo giardino panoramico, inserito nel paesaggio montano, è ideale per passeggiare, sedersi in tranquillità, rilassarsi;
- l’ambiente consente passeggiate comode e rilassanti a contatto con la natura; camminare fa bene alla circolazione e al metabolismo, favorisce il buonumore e la serenità;
- è possibile organizzare incontri di gruppo per dialogare su tematiche salutistiche e naturalistiche: attraverso la condivisione di pensieri, conoscenze, esperienze e preziosi elementi di saggezza, si creano interessanti occasioni di socializzazione e partecipazione.
Immersi nella natura e lontano dalla città, qui si ritrova l’atmosfera tranquilla e sana della “vita di un tempo”.